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Profeta in patria, Marco Crimi: “Messina era la mia prioritá”

Il suo saluto alla città che gli ha dato i natali è attualità recente. Un comunicato colmo di gratitudine, ricambiata con eguale intensità dalla sua gente, dalla sua terra. Quella stessa terra che l’ha visto lottare contro tutto e tutti, tenere insieme i cocci di un vaso ormai in frantumi, sperare, sognare, e infine cadere.

C’è tutto questo – e molto di più – negli ultimi sei mesi di Marco Crimi, tornato in riva allo Stretto, lì dove risiedono gli affetti più cari e dove ha mosso i primi passi da professionista.

La caduta è stata fragorosa quanto la voglia di rialzarsi. Perché ciò che lui e i suoi compagni hanno fatto va ben oltre la sconfitta: è una dimostrazione di resilienza. Abbandonati dalla loro stessa società, ma mai dai tifosi, con i quali è nato un legame autentico, indissolubile.

Lo ha detto chiaramente anche in questa intervista: la sua priorità era Messina e il Messina. Ma, ad oggi, non si è fatto avanti alcun progetto credibile, capace di garantire stabilità e continuità. E allora, ancora una volta, sarà tempo di salutare la propria terra e ripartire altrove. La nuova destinazione sarà Altamura, pronta ad accogliere il forte centrocampista siciliano.

Chissà, forse un giorno le strade torneranno a incrociarsi.

Marco Crimi è il quarto e ultimo Profeta in patria. Con lui abbiamo ripercorso la sua esperienza con la maglia biancoscudata, ma non solo. Abbiamo ricostruito il suo percorso di crescita, le esperienze che l’hanno formato, le cadute, i traguardi.

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