Messina al bivio: quel confine (labile) tra dignità e vergogna
La piazza giallorossa si ritrova, nuovamente, spaccata in due tra dubbi, interrogativi e poche certezze in un contesto nebuloso e senza alcun punto di riferimento.
Vigor Lamezia – Messina 5-0, primo turno della Coppa Italia Serie D. Ripartiamo da qui, da un day after che non potrà avere, per ovvi motivi, analisi tattiche e tecniche. L’inizio di una nuova stagione calcistica che, purtroppo, non coincide con entusiasmo, curiosità e passione. Al contrario questa prima trasferta stagionale è diventata motivo di scontro aspro e duro, ovviamente solo sui social come di consueto, tra due blocchi netti che ormai si sono formati in riva allo Stretto. Da una parte il partito del dover disputare assolutamente la gara anche con una squadra improvvisata e ricca di ragazzi. Dall’altra chi, memore del recente passato, avrebbe preferito mantenere un certo decoro accettando anche la multa di 8 mila euro per mancata presentazione.
In questa vicenda non c’è una verità assoluta né una risposta giusta o sbagliata. Noi per primi eviteremo qualsiasi giudizio assoluto ma una cosa la vogliamo rivendicare. Proprio all’indomani dell’amara retrocessione maturata allo “Zaccheria” di Foggia, da queste pagine era stato lanciato un messaggio forte e chiaro a tutta la piazza. Il nostro auspicio era quello di non disperdere la rinnovata unione della tifoseria giallorossa che si era riavvicinata alla propria squadra. In un momento storico in cui la politica è totalmente assente, avevamo evidenziato come il futuro passasse esclusivamente dai tifosi e dalla loro volontà di rinascere senza accontentarsi e scendere a compromessi. Pensavamo e speravamo, forse in maniera utopistica, che Messina potesse cambiare nel suo atteggiamento e mentalità.
Oggi, a distanza di qualche mese, ammettiamo che ci eravamo sbagliati e forse illusi. Il tifoso messinese è rassegnato, si è nuovamente diviso seguendo molteplici correnti di pensiero trincerandosi dietro slogan quali “l’importante che vada via Sciotto” oppure “chiunque è meglio di Sciotto”. Alla luce di tutto questo, quindi, appare evidente come qualsiasi tipo di analisi più approfondita sia del tutto vana. Si è individuato l’unico responsabile e, pur di mantenere in vita questo Messina in stato vegetativo, si è disposti ad accettare qualsiasi cosa: tribunali, concordati, Pec e contro Pec, rinvii, bocciature, soluzioni fantasiose.
La verità è che il Messina è in vita solo ed esclusivamente per interessi personali. I tifosi, come avviene da tantissimi anni, sono meramente di contorno e non vengono completamente ascoltati e considerati. Bisogna accettare tutto questo perché ciò che sta avvenendo da oltre un anno a questa parte è qualcosa di grottesco che va ben oltre la fantasia. Eppure si prosegue come se nulla fosse perché, oltre a non esserci alcuna figura istituzionale pronta a difendere l’onore, l’orgoglio e la storia della piazza, la stessa tifoseria preferisce cimentarsi nelle lotte social piuttosto che prendere di petto la situazione.
Da qui il titolo di questa nostra riflessione odierna e che dovrà accompagnarci, passo dopo passo, a partire dai prossimi giorni. Dignità e vergogna sono due poli opposti ma che Messina ed il Messina calcio hanno saputo fondere perfettamente. Come potete leggere da queste righe, nessuna sentenza, giudizio e pensiero preciso sugli attori che stanno conducendo questa vicenda tra protagonisti principali, difensori d’ufficio e figure che agiscono nell’ombra lontano dei riflettori.
Gli interrogativi sono davvero tanti, così come domande specifiche e dubbi da fugare. Adesso attendiamo solo che chi di dovere, che si è assunto delle grandi responsabilità, si presenti davanti a microfoni e telecamere. Il nostro auspicio è che ciò avvenga nei prossimi giorni senza continuare ad abusare di facebook come unica fonte di notizie. Tra poco inizia il campionato ma, ancora una volta, l’aspetto sportivo passa in secondo piano.
Adesso è il tempo delle domande, delle risposte e delle certezze.
Il Messina merita questo, la sua storia pretende questo.


