Poche perle, tanta classe operaia: questa Serie D è alla portata del Messina
In attesa dell’auspicata svolta societaria, i biancoscudati hanno dimostrato di potersi giocare le proprie carte in un Girone I molto livellato e poco qualitativo.
Lo sapevamo fin dall’inizio: pochissime certezze, una stagione che probabilmente non sarebbe giunta al termine ed una doppia ostica partita da giocare su tavoli diversi. Da una parte il terreno di gioco che, ahimè, a queste latitudini ormai è passato in secondo piano. Dall’altro le vicende e vicissitudini, anche grottesche, societarie tra tribunali, false promesse e tanto cuttigghiu social. Eppure giunti a fine settembre, il Messina è ancora vivo con la speranza che dallo stato vegetativo si possa passare ad una lenta e graduale ripresa. Sono termini forti e, certamente, lontani dall’ambito sportivo ma di fatto in riva allo Stretto il calcio è diventato argomento che va ben oltre la sfera calcistica.
Per questo motivo la nostra visione deve essere a 360 gradi e ci apprestiamo a vivere una settimana sicuramente cruciale. Nessun annuncio vuoto o slogan perché il tempo è veramente poco ed il destino si deciderà a stretto giro. Nel solito caos mediatico del “dico/non dico” e del chiacchiericcio da “inoltrati” su whatsapp, le poche certezze che abbiamo è che il tribunale stia facendo grandi sforzi per garantire un futuro al Messina. Non è più un segreto che il Racing Group abbia presentato la prima offerta irrevocabile d’acquisto del ramo sportivo. Una base di partenza importante e necessaria per avviare l’asta giudiziaria e costituire una nuova società. In questo momento non è giusto abbandonarsi ai giudizi estremi o definitivi. Prendiamo di buono il fatto che uno spiraglio di luce c’è e può essere alimentato. Adesso bisogna attendere le prossime mosse che la dott.ssa Di Renzo, con grande professionalità e spirito di sacrificio, metterà in campo per predisporre l’auspicato iter di rinascita biancoscudata.
Messi da parte, quindi, giudizi e pareri nell’ambito societario, sicuramente possiamo esporci sulla sfera puramente calcistica. Dopo cinque giornate, infatti, questa Serie D si è mostrata per come l’avevamo immaginata ad agosto: equilibrata, senza una corazzata “ammazzacampionato”e dal livello qualitativo non eccelso. D’altronde basta riavvolgere il nastro alle annate del dualismo, poco lusinghiero, ACR Messina – FC Messina per renderci conto quanto il Girone I fosse di ben altro livello con tante altre squadre ben organizzate, strutturate ma anche forti negli elementi in campo. Ad oggi, invece, c’è un impoverimento tale che coinvolge tutto lo stivale e che, molto spesso, rende il massimo torneo dilettantistico anche inferiore per certi aspetti ad alcuni gironi e squadre d’Eccellenza.
Soffermandoci poi sul nostro raggruppamento, come il Messina anche altre società stanno vivendo situazioni di grave crisi per disparate motivazioni. Da qui si evince come i giallorossi siano già riusciti dal -14 al passare al -6 in appena cinque giornate. Nessuno ci avrebbe scommesso perché stiamo parlando pur sempre di una rosa costruita in una settimana, senza alcun tipo di preparazione e, di fatto, costretta a vivere al limite delle condizioni dignitose per fare calcio. Il calendario ci ha dato una grande mano permettendo ai ragazzi di mister Romano di affrontare compagini in difficoltà eccezion fatta per un Gela che, infatti, si trova in vetta solitaria. E’ una Serie D, quindi, alla portata del Messina e vogliamo evidenziarlo con forza sperando in una svolta societaria.
Se veramente scatterà una rinascita, la squadra con i dovuti interventi potrà puntare alla salvezza a dispetto di una pesante penalizzazione. In uno dei momenti storici più difficili del Messina calcio, è giusto riuscire ad individuare anche degli elementi positivi. Tutto questo mantenendo sempre lucidità ed attenzione ad ogni aspetto dentro e fuori dal campo. Non è più tempo di promesse ma solo di fatti concreti.
Se il Messina riuscirà a rinascere dalla proprie ceneri, questa Serie D non sarà un ostacolo insormontabile.


