“Lo Stretto è biancoscudato”: adesso date un futuro solido a questi tifosi
A distanza di quasi dieci anni dall’ultimo derby, il Messina torna a battere la Reggina e si regala una domenica ricca di emozioni e passione. Adesso si gioca l’altra partita, quella in Tribunale, per il futuro calcistico biancoscudato.
E’ stato emozionante, travolgente ed irripetibile nella sua unicità. Non conta la categoria né il momento storico drammatico a livello sportivo, Messina-Reggina è una di quelle partite che rappresenta l’essenza del calcio e che racchiude tutto ciò che rende il pallone uno sport incredibilmente travolgente. Dopo un periodo di attesa davvero lungo, il derby dello Stretto è tornato in scena carico di aspettative su entrambe le sponde. Da una parte la riva biancoscudata che, dopo la liquidazione giudiziale, sta compiendo un miracolo sportivo in attesa di una svolta si spera positiva per il futuro. Dall’altra la sponda amaranto che vive di contrasti interni, con un amore mai sbocciato tra tifoseria e nuova proprietà ed ambizioni di promozione disattese fino ad ora.
C’erano, insomma, tutti gli ingredienti per assistere ad una gara che metteva in palio molto di più dei semplici tre punti. Siamo ancora all’inizio di questo campionato di Serie D, eppure Messina-Reggina è stata una gara crocevia come molti di noi avevano immaginato tra tifosi ed addetti ai lavori. La vittoria come unica medicina di tutti i mali, almeno momentaneamente anche solo per una domenica. Al triplice fischio, allora, è stato il Messina a festeggiare grazie al più classico degli 1-0 sporco, sudato e deciso da un episodio. In campo, infatti, i valori si sono azzerati ed il derby è andato alla squadra che ha messo più cuore, grinta e voglia di vincere andando ben oltre le proprie possibilità attuali.
E’ davvero un miracolo quello che sta costruendo mister Romano con il suo staff e le poche figure “dirigenziali” che sono rimaste al suo fianco. Una squadra costruita nell’arco di pochi giorni, senza alcuna preparazione fisica e ridotta all’osso anche numericamente che batte la rosa, sulla carta, più forte del girone e costruita per vincere. Da una parte è apoteosi calcistica, dall’altra è puro dramma sportivo. Messina festeggia altri tre punti, vede la penalizzazione quasi azzerata e, sul campo, sarebbe al secondo posto in un girone I non particolarmente qualitativo. La Reggina si chiude in un amaro silenzio stampa con una tifoseria in piena contestazione ed una proprietà dura contro i propri calciatori. Da qui il valore davvero unico di quanto costruito da questo gruppo di giovani ragazzi che hanno accettato di giungere in riva allo Stretto senza alcuna garanzia sia sportiva che, soprattutto, economica.
Ma cosa ci lascia davvero questo derby dello Stretto? Mettendo da parte, per un attimo, ciò che è avvenuto in campo, il grande lascito di questi ragazzi è evidente più sul piano sentimentale, psicologico ed umorale. I tifosi del Messina, infatti, sono tornati a casa con la consapevolezza di aver vissuto una di quelle giornate uniche nella storia biancoscudata. Come detto in precedenza, non conta la categoria quando ci si riesce a compattare così in un momento di grande difficoltà. Ancora una volta la tifoseria ha risposto presente e noi vogliamo evidenziare questo aspetto al netto delle critiche dei consueti detrattori da social. Il tifo incessante della Curva Sud per oltre novanta minuti non si vedeva da tanti anni così come il boato al goal di Roseti che sembrava provenire da una folla di molte più persone rispetto a quelle presenti sugli spalti. Poi la festa al triplice fischio che ha sancito, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il legame stretto, diretto e sincero tra questa squadra e la sua gente.
Una vittoria, quindi, che aiuta la classifica, anima ancor di più il campanilismo ma che, soprattutto, diventa copertina di ciò che avverrà nelle prossime ore. Con negli occhi le splendide immagini del “Franco Scoglio”, l’attenzione adesso è rivolta ad una specifica casella PEC ed alle aule del Tribunale. Dopo una lunghissima attesa, ora non si può tornare indietro. Il futuro del Messina si scriverà a breve con una nuova proprietà pronta a subentrare. Non ci sbilanceremo in questo momento attendendo, come giusto che sia, le ufficialità del caso. Ciò che, tuttavia, possiamo augurarci è che questa opportunità nata dalle ceneri del fallimento possa essere colta veramente.
Questa tifoseria e questa città, al netto delle sue contradizioni, merita di trovare una serenità sportiva. Non servono i miliardi di euro ma una merce ancor più rara rispetto ai soldi: la solidità unità a professionalità, chiarezza ed organizzazione. Dopo anni di pressapochismo cosmico, questi elementi devono diventare la base per dare un vero futuro al Messina calcio. Basta improvvisazione fatta di annunci vuoti e slogan di dubbio gusto, chi subentrerà alla guida del club biancoscudato dovrà mostrarsi alla città senza maschere. Solo così potremo tornare a parlare solo di calcio giocato, mandando in archivio sconfitte, umiliazioni e fallimenti.
Ancora poche ore è questo ultimo capitolo schizofrenico della storia giallorossa si chiuderà.
Il Messina merita di rinascere davvero.


