Serie C: il Catania sogna, Siracusa e Trapani che guai fuori dal campo
Gli etnei si sono laureati campioni d’inverno e sfidano Benevento e Salernitana per la Serie B. Nubi societarie e poca chiarezza in casa aretusea e trapanese
C’è una Sicilia che viaggia a corrente alternata nell’universo calcistico professionistico. Mentre il Palermo punta con decisione al ritorno in Serie A, anche il Catania risponde con l’intenzione di tornare a calcare i campi della cadetteria. Questa stagione sembra quella giusta perché, ai piedi dell’Etna, si è tornati a sognare con un carico di entusiasmo che non si vedeva da parecchi anni. Grandi meriti vanno dati al presidente Pelligra ma anche a tutta la compagine societaria. La dimostrazione non sono solo i risultati sul campo ma le tante scelte fatte in funzione degli errori passati che non sono stati più commessi. In questo senso mister Toscano ha avuto a disposizione una rosa ben strutturata ed adatta al suo credo calcistico. Stop definitivo alle tante “figurine” del passato ed agli elementi dal glorioso curriculum ma ormai al tramonto di carriera. Un taglio netto anche a quella rosa extralarge che era diventata insostenibile anche in considerazione di un monte ingaggi ben lontano dai parametri di una terza serie.
Il campo, poi, ha parlato in qualità di giudice supremo. Dopo diciannove giornate, il Catania è primo in classifica a quota 41 punti. A tenere il ritmo degli etnei c’è solo il Benevento che, nonostante l’esonero improvviso di mister Auteri, ha avuto una crescita ulteriore con Floro Flores in panchina. Il giovane tecnico ha portato in dote quattro vittorie di fila caratterizzate da un reparto offensivo straordinario ed estremamente prolifico. Tra le due litiganti, però, non va dimenticata la Salernitana. Considerata la vera favorita per la vittoria del campionato, ha tre punti di distacco dalle battistrada ed ha vissuto dei momenti di difficoltà dimostrando quanto sia ostico un torneo di terza serie.
Se a Palermo e Catania si vive una stagione esaltante, ci sono altre due realtà siciliane che guardano al 2026 con molto meno entusiasmo e con grandi timori. Siracusa e Trapani, infatti, sono al centro di problematiche extracampo davvero impattanti. Ironia della sorte hanno disputato il derby proprio nel weekend appena trascorso. Un successo netto degli aretusei capaci di imporsi per 3-0. Una festa nell’arco dei novanta minuti che, tuttavia, non cancella quanto successo in generale negli ultimi mesi. Dopo la vittoria del campionato di Serie D, infatti, tanti sono stati i silenzi da questa estate in poi. Mediaticamente ha fatto rumore la querelle tra la società e Walter Zenga finita in Tribunale ma, in generale, il malcontento della piazza è montato per la poca chiarezza del presidente Ricci. Tra un calciomercato che ha lasciato lacune in rosa ed alcune problematiche di natura fideiussoria, l’ultimo scoglio è stato il presunto mancato pagamento degli stipendi alla scadenza di dicembre. Se fosse confermato tutto questo, il Siracusa subirebbe una penalizzazione da 2 ai 4 punti sprofondando nuovamente verso il basso in una difficile lotta salvezza.
Spostandoci dall’altro lato dell’isola, a Trapani la situazione è per certi versi ancora più problematica. Se Ricci, infatti, non parla, il collega Antonini è un fiume in piena. Il vulcanico numero 1 granata lo abbiamo imparato a conoscere nel corso degli ultimi anni. Adesso, però, è uno scontro aperto a 360 gradi dal momento che sta lottando su due fronti: quello calcistico e quello cestistico. Una parte della piazza, rappresentata soprattutto dalla tifoseria organizzata, si è schierata contro di lui mentre i rapporti sono tesissimi anche con l’amministrazione comunale. Nel frattempo sia il Trapani Calcio che il Trapani Shark hanno iniziato la stagione con una pesante penalizzazione. Tra scadenze non rispettate, pagamenti non effettuati, denunce presentate per truffe subite, è difficile districarsi in un puzzle che settimana dopo settimana diventa sempre più arduo da risolvere. Ad oggi Trapani sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente. Il rischio di una scomparsa dello sport in città c’è e, al momento, non si paventano all’orizzonte nuovi investitori che possano rilevare le società.
Se Catania sogna in vista del 2026, Siracusa e Trapani tremano.


