FC Messina, i sogni son desideri (o viceversa)
Sognare è quel distillato di emozioni che ci rende liberi legato ad un filo sottile che ci apre l’universo dei desideri. Di fronte, però, c’è sempre la consapevolezza che la realtà è tutt’altra dimensione.
Non vogliamo essere filosofici in questi ultimi giorni di luglio, ma l’estate coincide sempre con uno dei periodi più delicati quando si parla di calcio. Se da una parte i mesi caldi vengono associati alle vacanze ed al mare, dall’altra è uno dei momenti più attesi dai tifosi della sfera su prato verde tra calciomercato e preparazione alla nuova stagione. Sono i giorni più intesi quelli dove si intrecciano molteplici emozioni e dove i sogni spesso si tramutano in realtà. Ma, come sappiamo bene, la realtà molto spesso fa sciogliere come neve al sole qualsiasi desiderio trasformando una tintarella da sogno in un girone infernale.
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Facendo una veloce ricerca su internet, infatti, alla voce “estate caldissima” escono due risultati: il successo degli 883 nel lontano 2001 e le mirabolanti vicende calcistiche in riva allo Stretto. Messina detiene il record assoluto di mesi estivi trascorsi tra sofferenze, indecisioni, ribaltoni ed amarissime delusioni. Per questo motivo quando si parla di sogni, ahimè, i colori giallorossi vengono raramente considerati. In un contesto storico e sociale dove la mediocrità e l’appiattimento la fanno da padrone, proprio il calcio dovrebbe rappresentare quella molla per far rinascere orgoglio, dignità e spirito d’appartenenza. Un percorso difficile a queste latitudini rallentato oltremodo, negli ultimi due anni, dall’esistenza di due compagini cittadine a “farsi la guerra” nel contesto da cortile della Serie D. L’estate 2021, però, a riportato in città il buon vento del professionismo e di quella Serie C che significa palcoscenici prestigiosi, derby storici e confini da superare.
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Tutto questo mentre il dualismo prosegue. Da una parte l’ACR Messina vincitrice sul campo, dall’altra il Football Club Messina capace di ritrovarsi la promozione su un piatto d’argento. L’emergenza Covid ha falcidiato il calcio italiano tra fallimenti, rinunce e non ammissioni: per questo motivo i giallorossi, attraverso un campionato condotto in maniera eroica fino a luglio, sono balzati in testa alle classifiche delle ammissioni al posto della rinunciataria Gozzano, vincitrice del girone A. Una vera e propria occasione unica e rara, sbandierata dalla società del presidente Arena già al triplice fischio della finale playoff contro la Gelbison. Purtroppo, però, quelle immagini di festa sembrano lontane anni luce rispetto alla quotidianità.
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Proprio in questo contesto, i sogni ed i desideri a tinte giallorosse si sono disgregati facendo seguito ad un fiume immenso di parole. Ciò che non è mai mancato in queste ultime due stagioni, infatti, sono stati gli annunci, le promesse e gli obiettivi che puntualmente sono stati disattesi. Attenzione, però, sul campo la squadra ha sempre risposto presente portando la società alle porte della Serie C. Le colpe, quindi, vanno ricercate in chi ha preso le decisioni fin dal primo giorno. In questo momento appare superfluo fare l’elenco di ciò che è stato disatteso nel corso delle ultime stagioni, sarebbe un banale gioco al massacro da dare in mano ai “talebani da social”.
Piuttosto è interessante concentrarsi sull’argomento principale relativo alla pratica di ammissione in C. Il tanto atteso comunicato della Lega è chiaro e non ammette repliche:” tale garanzia (fideiussione da 350 mila euro) risulterebbe rilasciata da una società finanziaria non iscritta all’Albo unico della Banca d’Italia, peraltro trasmessa in copia pdf e priva di sottoscrizione digitale”. Un passaggio breve, di poche parole che fotografa perfettamente lo stato delle cose. Nel calcio, lo sappiamo, le variabili impazzite sono dietro l’angolo ed il FC Messina ricorrerà al Consiglio di Garanzia del Coni ed, eventualmente, al Tar facendo leva sul “caso Pisa” del 2016 e sul poco tempo avuto per presentare le carte ufficiali.
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In attesa che venga posta la parola fine a questa triste vicenda, però, ciò che resta è l’amara delusione degli appassionati che si erano avvicinati a questa società delusi dall’ennesima promessa disattesa. Sogni infranti che vanno di pari passo con l’amarezza di un gruppo squadra capace di compiere un miracolo sportivo nonostante le tante problematiche di diverso genere. Ed infine resta l’ennesima pagina nera sportiva per una città costantemente messa sotto scacco dagli interessi dei singoli contrapposti ai sogni della collettività.