
Tormentone Messina: “la lunga estate caldissima”

Annunci, tribunali, denunce, veleni ed accuse ma anche progetti mirabolanti, pseudo salvatori della patria e personaggi in cerca d’autore e di notorietà: entra nel vivo l’edizione 2025 dell’estate calcistica messinese
Ci risiamo: di nuovo, ancora una volta anzi per l’ennesima volta. L’estate per chi ama il Messina è, sicuramente, il periodo peggiore dell’anno. Da tempo immemore, infatti, i tifosi della Biancoscudata non trascorrono il periodo delle vacanze, del mare e del relax immaginando colpi di mercato o sognando obiettivi ambiziosi per la nuova stagione imminente. Al contrario ci si ritrova sempre a fare tanti passi indietro tra amarezza, idee utopistiche e tanto sconforto. Nonostante questo tunnel così oscuro, imboccato decenni fa, la passione non è mai mancata anche se spiragli di luce all’orizzonte sono stati davvero pochi. Ma tra mille difficoltà, il calcio è andato avanti con pochissimi sorrisi, tante umiliazioni e con la dignità mantenuta un minimo solo dalla tifoseria e dall’ambiente. Eppure questa estate 2025 è molto diversa dalle altre. Abbiamo sempre evidenziato come la storia sia ciclica e, prima o poi, una rinascita importante avrebbe trovato terreno fertile anche in riva allo Stretto.
Adesso di ciclico, però, ci sono solo aspetti negativi ed un futuro sempre più criptico e ricco di interrogativi. Giunti a metà giugno, infatti, il quadro generale è abbastanza complesso ma, paradossalmente, anche facile da delineare. Tutte le malefatte, oggi possiamo dirlo, portate avanti nel corso delle ultime stagioni hanno partorito la situazione attuale nel quale cerchiamo di non affondare in quella stessa melma prodotta da pressapochismo, disinteresse ed anche la giusta dose di malignità. Sono parole forti, lo comprendiamo, ma qui non si parla più di sport ed il prato verde è proprio l’ultimo dei pensieri. Questa è una storia intricata, ricca di personaggi e con vicende intrecciate tra loro che sono ben lontane dal contesto calcistico. L’unico imperativo che viene fuori in queste ultime settimane è: “difendere gli interessi personali”. Che si tratti di soldi, questioni legali e penali, politica e potere: ognuno sta guardando solo a se stesso per provare a venir fuori da questa situazione il più “pulito” possibile.
Tutto questo, poi, sta avvenendo giocando sui sentimenti dei tifosi, oltraggiando ancora una volta quello stemma centenario che rappresenta una città che ha una storia che dovrebbe essere onorata e preservata. In questo contesto così intricato, nel quale non esiste rispetto e dignità, si sta profilando un percorso che mette davvero i brividi e che porterà sicuramente all’epilogo più amaro: la lotta interna tra tifosi. Questa “guerra tra poveri”, in realtà, è già iniziata e fa il gioco di chi, appunto, vuole difendere solo ed esclusivamente i propri interessi. Divisioni, insulti a mezzo social, partiti diversi: questa spaccatura fa del male solo a noi. La grande verità, in questo momento, è che servirebbe una vera e propria tabula rasa, con un restyling a 360 gradi ed una ripartenza con nuovi presupposti e nuovi protagonisti seri e motivati.
Ad oggi, invece, si continua a tirare a campare svuotati di qualsiasi voglia di lottare ed in attesa del miracolo divino. D’altronde, esasperati dalla gestione Sciotto, ricordiamo tutti i tappeti rossi, gli applausi e l’entusiasmo attorno a Cissè, Alaimo ed AAD Invest Group nonostante fosse evidente che si trattasse di una scatola vuota. Settimane fa, dopo l’amara retrocessione, abbiamo sottolineato che la rinascita deve partire dai tifosi, dalla loro responsabilità e dalla voglia di non accontentarsi più. Oggi, purtroppo, ci rendiamo conto che si continua su questa linea e chiunque fa leva su questo. D’altronde non esiste nemmeno una voce forte, a livello politico, che possa far valere le ragioni della piazza e questo ha portato alla situazione attuale.
Da una parte c’è il Messina ancora in mano a Cissè e Sciotto. Un’entità in stato vegetativo tenuta in vita solo ed esclusivamente per evitare guai finanziari, con la mannaia della procura sulla testa ed un futuro incertissimo tra fallimento, mancata iscrizione in Serie D e continuità sportiva per puro dovere di firma. Poi è arrivata la grande novità quella del “Messina 1947”. Già il nome è tutto un programma rievocando un passato che, in questo momento, interessa davvero poco. Soprattutto perché questa operazione è stata voluta dal presidente argentino Sosa che sta definendo tutti gli aspetti burocratici per il cambio di denominazione del Città di Sant’Agata, con il titolo sportivo che dalla provincia traslocherà nel capoluogo. Tutto questo senza alcun tipo di dichiarazione ufficiale, con la politica totalmente disattenta e quasi stupita. La terza strada, invece, porterebbe alla Messana fresca di ritorno in Eccellenza. La storica società messinese ha iniziato un nuovo corso che ha portato in dote una stagione da record. Tutto questo meriterebbe rispetto e, nel caos totale attuale, si rischierebbe davvero di far naufragare uno dei pochi progetti sportivi di livello presenti in città.
A grandi linee, quindi, questa estate messinese è sicuramente la peggiore degli ultimi anni. Qui non conta più la categoria, il presidente, i progetti sportivi. In questo momento mancano le basi per qualsiasi tipo di ragionamento: la chiarezza, l’onestà, la voglia di investire sulla passione e le potenzialità di questa piazza. Di fronte a tutto questo non vogliamo concludere con alcun auspicio perché siamo ben consapevoli che sarebbero parole vuote senza alcun fatto concreto. La nostra intenzione, invece, è di tenere sempre viva l’attenzione sul Messina provando a non far passare sottotraccia tutto ciò che sta accadendo intorno alla vicenda.
Non si tratta più di sogni e speranze ma di dignità e voglia di esistere.