Tragicommedia Messina: il gioco delle tre carte
All’alba del mese di agosto, prosegue il lungo periodo di silenzi, voci di corridoio e guerre sui social mentre i veri carnefici agiscono indisturbati con le loro manovre.
Non ce la facciamo ad imparare dal passato e dai nostri errori. E’ più forte di noi, siamo capaci di far sgretolare quel poco di costruttivo che viene messo in piedi per tornare ad interpretare il ruolo di spettatori apatici e senza voce in capitolo. Non ci vogliamo ripetere ciclicamente ma, nel momento più basso ed oscuro della storia recente del Messina calcio, l’unico stato d’animo che caratterizza tutta questa vicenda assurda è l’attesa. Come già avvenuto in passato, anche per vicende meno gravi, non si riesce a fare fronte comune, non si alza mai la voce, ci si divide in mille correnti di pensiero che poi non portano a nulla.
Di fronte a tutto questo, allora, perché trincerarsi dietro il classico slogan “il Messina è ancora vivo”? Con grande onestà e lucidità, mettendo per un attimo da parte passione ed appartenenza, ma veramente pensate che il Messina in questo momento sia una realtà concreta ed esistente? Bisogna essere netti, anche crudi se necessario, e constatare che il Messina è in pieno stato vegetativo tenuto in vita solo ed esclusivamente per fini personali ed interessi che sono ben lontani dal concetto di sport, di tifo, di dignità e tradizione. Nonostante tutto questo, però, il silenzio è assoluto con la complicità di un’amministrazione comunale miope verso la propria comunità ma attentissima agli equilibri politici. Chi sperava nell’intervento divino del tribunale deve rendersi conto che la realtà è ben diversa: il Messina proseguirà il suo cammino, resterà in vita perché nessuno, in questo momento, ha l’interesse a farlo fallire.
Il vero problema, però, sta nel fatto che qui parliamo di calcio e l’ambito sportivo non è completamente contemplato. Un vero peso, una zavorra da scaricare a qualcuno e qui si apre il vero bivio che interessa a tutti noi: che strada prenderà l’attuale proprietà biancoscudata? Qui in riva allo Stretto, in queste settimane, stiamo facendo giurisprudenza creando dei precedenti storici: l’unica società nella quale il socio al 20% comanda tutta la baracca, prende decisioni e si fa forte del potere di firma del proprio compare all’80%. Piccola nota a margine di questa situazione assurda e grottesca: ma il socio di minoranza non aveva denunciato quello di maggioranza per truffa? Ennesima dimostrazione che, in questa città, dimentichiamo sempre tutto con troppa facilità e leggerezza.
Ed, allora, proseguiamo nella nostra attesa mentre da settimane ci propinano il solito motivetto del “sono i giorni decisivi”. Mai nessuno che abbia alzato la mano per chiedere per cosa fossero decisivi. Così mentre tutte le altre squadre, dal professionismo al dilettantismo, stanno già sudando tra ritiri precampionato e calciomercato in gran fermento, noi attendiamo cosa deciderà Sciotto ed a chi scaricherà la patata bollente. Di fatto la nostra prossima stagione sarà improntata su ciò a cui siamo sempre stati abituati: colpevoli ritardi, pressapochismo e continue accuse tra le parti.
E’ in pieno atto il “gioco delle tre carte” con il banco che è in mano proprio a quei carnefici che ci hanno ridotto in questo stato. Ovunque sarebbero stati cacciati e messi alla porta dall’intera comunità in tutte le sue componenti. Qui, invece, dopo i tappeti rossi e le passerelle con selfie, ci permettiamo di attendere, aspettare il salvatore della patria, non prendere mai una decisione netta per paura di perdere un qualcosa che è già irrimediabilmente compromesso. L’unica nota di merito, negli ultimi giorni, è stata rappresentata dal comunicato della Curva Sud che, in maniera chiara ed inequivocabile, ha posto un veto necessario e forse anche tardivo: dentro o fuori in base alla presenza di Pietro Sciotto.
A distanza di così tanti anni dal suo approdo in città a livello sportivo, toccherà a lui sciogliere finalmente le riserve e decidere quale carta pescare dal mazzo. In corsa il gruppo Peditto, ormai arcinoto da tempo grazie ai propri pseudo messaggeri, e l’alternativa costruita dalla Cooperativa dei tifosi che hanno cercato di muovere le acque con passione e dedizione. Ma attenzione, nel gioco delle tre carte nulla è come sembra e dal mazzo potrebbe arrivare l’epilogo che nessuno si aspetta.
D’altronde siamo abbondantemente abituati a questo modus operandi ma, come sapete, non impariamo mai dai nostri errori e dal recente passato.


