Maestri di Sicilia | Furnari racconta i suoi dieci anni in panchina: carriera, gioie e delusioni
Un decennio intenso da allenatore, che ne ha certificato sempre il valore sportivo e umano. Inizia con mister Giuseppe Furnari la rubrica “Maestri di Sicilia”, a cura della redazione di We Sport e incentrata sui tecnici più influenti, visionari e innovativi del comprensorio messinese e non solo. Furnari si è raccontato partendo proprio dalla stagione appena conclusa, segnata dal ritorno in Eccellenza con il San Fratello Acquedolcese. Nessun campionato o coppa portata a casa, ma un salto di categoria a cui Furnari ha puntato fin dal suo arrivo sulla panchina della società nebroidea, concretizzatosi soltanto a dicembre.
Furnari è rimasto più che soddisfatto dall’annata trascorsa ad Acquedolci, non riuscendo a vincere il testa a testa con la Messana ma lasciando comunque un segno significativo. Il tecnico ha aperto alla permanenza, visto che al San Fratello Acquedolcese ha ritrovato una realtà dove potersi esprimere e soprattutto improntare la propria filosofia calcistica.
Un lavoro incentrato specialmente sulla gestione del gruppo e dei rapporti umani, che forse hanno anche un’importanza superiore ad ogni cosa per Furnari. Il tecnico ha inaugurato quest’impostazione alla Messana, dove nella stagione 2014-2015 ha guidato il club nel campionato di Prima Categoria. Un solo anno per mettere in bacheca il primo campionato e confrontarsi per la prima volta con la Promozione, dove ha condotto al successo anche il Camaro nell’annata 2016/2017.
Dalla Promozione all’Eccellenza, dove Furnari nella stagione successiva guidò il Città di Messina alla vittoria del torneo di Eccellenza e uno storico ritorno in Serie D. L’approdo al semiprofessionismo è stato più che soddisfacente per Furnari che, nonostante le difficoltà e le critiche che non sono mai mancate, ha portato a termine un lavoro fantastico, culminato dalla salvezza raggiunta dopo il play-out con il Locri. Menzione speciale per Angelo Alessandro, dirigente che ha accompagnato Furnari anche nelle curve più difficili del suo percorso.
Da Messina a Barcellona Pozzo di Gotto, dove per un biennio Furnari ha allenato la Nuova Igea Virtus, fino alle annate vissute alla guida di Taormina e Atletico Messina. La vita calcistica di Furnari è stata scandita anche da momenti negativi, come l’esperienza vissuta lo scorso anno alla Jonica sempre in Eccellenza. Il tecnico si guarda indietro senza rancore, togliendosi pure qualche sassolino dalla scarpa proprio sulla scorta delle esperienze negative che l’hanno segnato e forgiato. Lui è andato avanti comunque, per amore di quel pallone su cui non ha mai dubitato. Probabilmente poteva fermarsi, cambiare strada, conservare la lavagnetta tattica per riprenderla e ricordarla nei giorni più malinconici.
Furnari poteva pensare anche a quel pomeriggio di sei anni fa in cui entrò per la prima volta sul prato del San Nicola di Bari, in occasione di un Bari-Città di Messina. Se gliel’avessero detto ai tempi della Messana, probabilmente non ci avrebbe creduto e avrebbe proseguito l’allenamento. Ma la realtà è che Furnari è arrivato ad un passo dal professionismo, che non toglie l’etichetta di professionista al tecnico messinese. Non serve per forza toccare certi palcoscenici per dimostrare il proprio valore reale, date le infinite variabili. I sogni di Furnari probabilmente sono svaniti qualche anno fa, ma non guastano mai: il tecnico bada più alla concretezza che alla teoria, pensa più al presente che a ciò che è stato, segue soltanto l’andamento del pallone, a prescindere dalla categoria.


