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Profeta in patria: l’ultimo degli “Igeani”, Giovanni Biondo e quella maglia giallorossa cucita addosso

Il nostro terzo “Profeta in patria” è un barcellonese doc, nato in riva al Longano e cresciuto a pane e pallone.
Classe ’91, Giovanni Biondo ha indossato per sette stagioni la gloriosa maglia giallorossa della sua città, scrivendo pagine significative della recente storia dell’Igea Virtus. Uno stadio, il “D’Alcontres-Barone”, che non molti anni fa era un catino infuocato, capace di far tremare le gambe agli avversari e consacrare talenti destinati al calcio professionistico.

Con lui hanno condiviso lo spogliatoio giocatori del calibro di Merkaj, Lescano, Biondi, Kacorri – nomi che hanno lasciato il segno tra le mura amiche. Ma ciò che distingue Giovanni è quel filo invisibile che lo lega visceralmente alla piazza e a una maglia che ha imparato ad amare sin da bambino, quando il padre gli legava al collo la sciarpa prima di entrare allo stadio.

Ha ereditato lo spirito igeano da figure simboliche come Andrea Torre, Fiorello, e l’indimenticato Peppe Puliafito. In campo ha ricoperto tutti i ruoli: esterno d’attacco, mezzala, play, persino esterno a tutta fascia. Un motorino inesauribile, con personalità da leader silenzioso.
Oggi è uno degli ultimi veri igeani rimasti. La nuova società ha scelto di ripartire da lui, facendone una bandiera e un esempio per le giovani leve.

Signore e signori, vi presentiamo Giovanni Biondo: barcellonese, giallorosso, profeta in patria.
Buona visione.

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