Calcio regionale e stop forzato: scelta ponderata o decisione tardiva?
La decisione, maturata nelle scorse ore, è ufficiale: Sicilia e Calabria impongono lo stop ai campionati regionali ed al calcio giovanile sino al 23 gennaio.
Si gioca, anzi no o meglio giochiamo nelle prossime ore prima dello stop forzato. Sembra uno scioglilingua mal riuscito ma in realtà fotografa perfettamente la situazione di assoluto caos che l’universo calcistico dilettantistico sta vivendo. In fondo basterebbe dare uno sguardo allo sport europeo nelle ultime settimane. Il periodo natalizio è trascorso tra lunghi elenchi crescenti di contagi, l’avanzare inesorabile della variante Omicron e la situazione totalmente inerme delle istituzioni sportive di fronte a tutto questo. A livello estremamente oggettivo, è apparso fin da subito evidente quanto questo boom della pandemia abbia lasciato sorpresi tutti in qualsiasi ambito della nostra vita quotidiana. Ciò che lascia riflettere, però, è la totale assenza di soluzioni pronte e già studiate. Un pressappochismo inaccettabile dopo ben due anni di convivenza con la problematica Covid-19.
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Mentre assistiamo a riunioni urgenti di governo, agli stati europei in ginocchio ed ad una raffica di rinvii in ogni ambito sportivo, nel nostro piccolo vogliamo accendere i riflettori anche su quei palcoscenici che non godono delle grandi platee e della luce dei riflettori. Tornando al nostro incipit, infatti, i comunicati regionali sono stati abbastanza chiari ed eloquenti. Il Comitato Regionale Sicilia della FIGC ha stabilito lo stop momentaneo e lo slittamento di tutte le attività al 23 gennaio comprendendo naturalmente anche calcio femminile ed attività giovanili. Una scelta motivata dall’avanzare della variante Omicron e dalla necessità dell’adozione del Super Green pass per tutti gli sport di squadra e di contatto. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Consiglio di Presidenza del CR Calabria e così motivata:” La decisione è stata presa per dare la possibilità a tutti i gruppi squadra di adeguarsi alla normativa vigente che prevede, a partire dal 10 gennaio, la partecipazione ad eventi sportivi solo a soggetti in possesso del Green Pass rafforzato.”
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Fin qui tutto chiaro ma il paradosso nasce proprio dall’ufficialità della disputa delle gare previste per mercoledì 5 gennaio. Si giocheranno regolarmente, infatti, tutti i match in programma tra squadre che non hanno fatto richiesta di rinvio. Per fare un banale esempio in serie D non si giocherà, causa Covid, il recupero Rende-Gelbison (rinviata nuovamente) ma si scenderà in campo per quanto riguarda l’Eccellenza calabrese con un ricco programma di scontri diretti. Il tutto in attesa delle decisioni della Lega Nazionale Dilettanti: al momento è tutto confermato, ma sarà così anche nei prossimi giorni?
Comitato Sicilia: slittamento per Dilettanti e settore giovanile
La domanda sorge spontanea dopo quanto visto nelle ultime due stagioni. Dallo stop definitivo e cristallizzazione della classifica si è passati alla vera e propria odissea dello scorso campionato: un protocollo davvero insufficiente, decine e decine di rinvii, molteplici pause forzate sino alla conclusione della stagione nel mese di luglio. Addetti ai lavori, calciatori e semplici tifosi adesso si aspettano risposte chiare e certe. Alla luce della situazione, infatti, queste due settimane di slittamento sembrano un contentino, una decisione “tampone” in attesa dell’evolversi degli eventi. Purtroppo il tempo è scaduto e continuare a “vivere alla giornata” sta portando non solo alla morte del calcio dilettantistico ma anche alla distruzione dei sogni di migliaia di ragazzi nei settori giovanili. Il gap tra mondo del professionismo e Serie D è già enorme e lo si è potuto notare anche nei diversi protocolli anti Covid stilati. Immaginate, ora, anche la distanza tra l’universo della lega nazionale dilettanti ed i campionati regionali. Una piramide che sta andando a sgretolarsi non dalla punta ma dalle fondamenta.
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Contagi, super green pass, vaccini e no vax stanno diventando l’alibi della mancanza di responsabilità. In un mondo governato da soldi, interessi ed investimenti, la parte più pura e genuina di questo sport sta andando a morire. Il Covid, però, non è il carnefice ma solo il mezzo che sta accelerando il processo di declino inesorabile.